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Brescia Neoclassica
Il Vantiniano
Il Vantiniano è il Cimitero Monumentale di Brescia che ha avuto la particolarità di essere stato il primo cimitero monumentale d’Italia e d’Europa. Le leggi napoleoniche infatti vietavano, vedi editto di Saint Cloud del 12 giugno 1804 di seppellire all’interno delle città e a Brescia si decide di portare i defunti in un campo fuori dalle mura di San Giovanni (verso porta Milano). Qui le tombe vengono allestite alla belle e meglio cosicchè si decide di costruire prima una chiesa e poi nel 1815 viene dato incarico all’architetto Vantini Rodolfo di procedere con un progetto.
L’Editto di S.Cloud regolamentava che le lapidi fossero tutte uguali e che riportassero solo il nome e il cognome del defunto. Nasce un movimento culturale di protesta, al quale partecipa il poeta Ugo Foscolo, che si oppone all’idea di soffocare il ricordo e la memoria. Tra la vita e la morte deve porsi la memoria intesa come trasmissione eterna dei valori morali che il defunto ha vissuto in vita. Ugo Foscolo, guarda caso, in quegli anni è a Brescia per dare alle stampe la sua opera “I Sepolcri” ed è coinvolto attivamente alla vita culturale della città.
Il giovane architetto Vantini si appassiona talmente a quest’opera che il lavoro l’accompagnerà per tutta la vita (+1856). Il Vantiniano verrà terminato dieci anni dopo la sua morte, nel 1866.
La Cappella centrale è dedicata a San Michele e in linea si trova la grande colonna con in cima una lanterna: altezza 60 mt. Una colonna simile (Colonna della Vittoria) è a Berlino sul viale che conduce alla porta di Brandemburgo. Copiata dall’architetto Heinrich Strack che pone in cima una vittoria alata. L’architetto tedesco dirà poi d’aver avuto l’idea visitando il cimitero di Brescia.
Il Vantiniano, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, fu anche colpito nelle mura dai bombardamenti e dalle mitragliere aeree. Leggi l’articolo
Nel 1923 viene aggiunta, davanti alla Cappella di San Michele, la bronzea Pietà di Ermenegildo Luppi. L’opera prese forma grazie ad una donazione di Luigi Premoli il quale, nel suo testamento del 1920, indicò la somma necessaria per la costruzione di una scultura che avesse come soggetto la deposizione di Gesù. Il Premoli aveva le idee chiare, in quanto voleva una scultura che rappresentasse il momento in cui Gesù veniva deposto dalla croce, prima di essere portato al sepolcro. Il tutto aveva l’intento di emozionare l’osservatore. Le volontà del defunto vennero rispettate così venne scelto il bozzetto di Luppi. L’artista viveva e lavorava a Roma, ma la distanza non gli impedì di realizzare la scultura che, come aveva richiesto la Commissione che vigilava sui lavori del cimitero avrebbe dovuto essere pronta per il 2 novembre del 1923.